Scrivere l’enciclopedia. Competenze e negoziazione del senso nelle comunità digitali
Abstract
Le politiche di apertura della cultura partecipativa della società dell’informazione digitale favoriscono periodicamente forme inedite di costruzione collettiva del sapere, da cui emergono nuove comunità di pratica, che rappresentano l’oggetto principale di questo intervento.
Un atteggiamento epistemologico preciso ha contraddistinto ognuna di queste comunità digitali, ad esempio nella costruzione di grandi dispositivi collaborativi. Si pensi a Wikipedia, alimentata dalla faticosa produzione di senso dell’intelligenza umana, e la cui accuratezza è garantita da un livello minimo di interazione regolativa. In un caso opposto e più recente, una differente attitudine epistemologica ha inaugurato modi di produzione inaccessibili alla cognizione umana – si pensi in questo caso allo scraping di dati e alla costruzione di una knowledge base universale accessibile solo a pochi eletti – sciamani, depositari della conoscenza e del linguaggio dell’algoritmo o del prompt utile a interrogarlo, fautori di quella che Fabbri chiamava la quantofrenia, un sistema di potere che ha deciso per editto che è possibile accedere al senso grazie alle leggi dei grandi numeri (large language model), aggirando la capacità sintattica umana, attraverso un’intelligenza artificiale che si dichiara generativa.
L’obiettivo dell’analisi che proponiamo allora è quello di fare luce sul lavoro epistemologico delle comunità digitali e in particolare sull’oggettivazione dell’enciclopedia, ipotesi regolativa che prende forma nel set di competenze necessarie ai suoi membri per vivere in comunità.