Intorno al desco. La tavola come dispositivo conviviale

  • Alice Giannitrapani

Abstract

Se non è detto che condividere la tavola (essere commensali) significhi necessariamente condividere le relazioni sociali, è anche vero che uno dei modi per consolidare i legami interpersonali è quello di confermarli intorno a un desco. Questo centro di aggregazione si riorganizza continuamente, rivelandosi a volte un perno centripeto attorno al quale convergono gruppi predefiniti, a volte un punto centrifugo, un appoggio da cui attingere per poi allontanarsi alla ricerca di relazioni che si svolgono nelle immediate vicinanze (e che quindi rendono lo spazio circostante pertinente come luogo di socialità), fino a scomparire nella sua materialità ma non nella sua funzione (come quando si mangia su un divano, su una scrivania, in auto o su una panchina per strada). La tavola agisce grazie a una pluralità di dimensioni a essa in parte interne (forma, dimensioni, materiali) in parte esterne (mise en place, attori che vi si accomodano, tipi di alimenti che la completano, spazi che le sorgono intorno), che prearrangiano relazioni e modi di stare insieme. Da quelli ipercodificati e disciplinati dal cerimoniale e dal galateo a quelli più informali e pur non di meno regolamentati da prassi e consuetudini. L'articolo si propone di individuare alcune caratteristiche di questo complesso dispositivo in relazione alle dinamiche conviviali ad esso associate.

Pubblicato
2024-10-14
Come citare
Giannitrapani, A. (2024). Intorno al desco. La tavola come dispositivo conviviale. E|C, (41), 166-181. Recuperato da https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/ec/article/view/4441