Loudun. Il corpo come campo bellico

  • Tarcisio Lancioni

Abstract

L’articolo propone una lettura semiotica di un evento storico: la (presunta) possessione demoniaca di un gruppo di suore nel convento di Loudun, in Francia, tra il 1632 e il 1638. La possessione emblematizza una delle forme più radicali, nella nostra cultura, di confronto con l’Altro, e della battaglia intrapresa (da esorcisti, medici, politici) per superarla. La battaglia contro la possessione può essere definita come una battaglia propriamente “semiotica”, poiché si basa su un lavoro di interpretazione del “linguaggio” dell’Altro, dei sistemi semiotici attraverso i quali si esprime e si rivela, e su un lavoro di produzione simbolica volto a sviluppare formule, parole, immagini in grado di “ferirlo” e farlo arretrare. Il campo di battaglia di questa lotta simbolica, a Loudun, è il corpo delle possedute, che dall’imposizione di un’assenza (come religiose e come donne) diventa il centro focale dell’attenzione sociale e della stessa consapevolezza femminile: ostentato, osservato, picchiato, desiderato, è il corpo di cui le fazioni in conflitto cercano di appropriarsi. Il “caso” viene studiato a partire dalla trattazione degli eventi che è stata proposta da storici (Michelet), studiosi di mistica (De Certeau), romanzieri (Dumas, Huxley, in particolare), registi (Russell, Kawalerowicz), ognuno dei quali offre prospettive particolari su questa battaglia.

Pubblicato
2024-06-05
Come citare
Lancioni, T. (2024). Loudun. Il corpo come campo bellico. E|C, (40), 138-150. Recuperato da https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/ec/article/view/4068
Sezione
Narrazioni somatiche dello scontro