Note a margine di una possibile semiotica elementale

  • Filippo Silvestri

Abstract

Il presente studio muove da un allineamento teorico con la ricerca di Merleau-Ponty in Il visibile e l’invisibile, dove il filosofo francese discute il progetto di fondazione/ritorno di Husserl alle strutture di base dei giudizi apofantici relativi alla dimensione antepredicativa dell'esperienza. Come è noto, Merleau-Ponty va avanti, puntando a una fenomenologia dell'impegno umano-materiale-elementale con la chair du monde, di cui siamo parte inestricabile, al di là di quelle che sono solo successive distinzioni percettive e logiche. Date queste premesse, espongo i miei dubbi sulla possibilità di descrivere una semiosi elementale (che, in quanto tale, precederebbe ogni ipotesi umana significativa), in quanto mi sembra un noumeno che rimane al di là di ogni pretesa semiotica. Nonostante i miei dubbi, in ogni momento di questo lavoro ho cercato di tenere presente quanto le nostre semiosi siano profondamente influenzate dagli elementi materiali che le compongono, trovando anche ispirazione in diverse opere letterarie che spaziano da Le avventure di Pinocchio al pensiero di Maurice Blanchot su quello che lui chiamava dehors. Anche sulla base di queste riflessioni - che mi hanno incoraggiato - ho scelto di concludere con un'apertura teorica a un tipo di semiotica cognitiva che muove dal nostro coinvolgimento enattivo con la chair du monde.

Pubblicato
2023-11-21
Come citare
Silvestri , F. (2023). Note a margine di una possibile semiotica elementale. E|C, (39), 213-223. Recuperato da https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/ec/article/view/3414