Dalle pietre alle pagine e viceversa: traduzioni trans-mediali nella Notre-Dame di Victor Hugo e Viollet-le-Duc

  • Elena Ramazza

Abstract

Il restauratore francese Eugène Viollet-le-Duc (1814-1879) riconosceva due nature alle opere d'arte architettoniche: quella spirituale e quella materiale. Con i suoi restauri, egli mirava a ripristinare lo spirito degli edifici, mentre la materia, mantenuta in posizione subordinata, poteva essere modificata o sacrificata. Tale concetto di spirito consisteva grosso modo nel considerare un edificio come un soggetto in grado di produrre significati, e aveva una delle sue basi teoriche nel capitolo “Ceci tuera cela” di Notre Dame de Paris (1836) di Victor Hugo. Lì l'autore rifletteva sulla morte delle cattedrali per azione della stampa, che ne aveva ereditato il potere comunicativo. Pertanto, Hugo e Viollet-le-Duc individuarono una forza significativa nelle pietre delle cattedrali ed entrambi la tradussero in parole: il primo nella sua letteratura, il secondo in pubblicazioni scientifiche, come i suoi Dictionnaires. Infine, Viollet-le-Duc ha percorso il cammino inverso tornando alle pietre: con i suoi restauri ha usato la materia come mezzo flessibile e l'ha modificata per ripristinare lo spirito originale dei monumenti.

Pubblicato
2023-11-13
Come citare
Ramazza , E. (2023). Dalle pietre alle pagine e viceversa: traduzioni trans-mediali nella Notre-Dame di Victor Hugo e Viollet-le-Duc. E|C, (39), 177-188. Recuperato da https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/ec/article/view/3409