L’acciaio del traceur. Risignificazione di un materiale “funzionale” nella pratica del parkour
Abstract
Esaltato dal discorso modernista grazie a proprietà fisiche come la durezza e la resistenza alla trazione, l'acciaio all'interno della pratica del parkour sembra possedere caratteristiche completamente diverse, addirittura opposte. In questo articolo, questa "schizofrenia dell'acciaio" viene indagata attingendo alle recenti intuizioni di Cosimo Caputo sul concetto di "doppia materialità" di Hjelmslev, che apre le porte al riconoscimento di una molteplicità di sostanze. L'ipotesi proposta è che le affordances di un particolare materiale debbano essere intese come possibilità di reagire a una resistenza non ipotetica, cioè non sottoposta ad analisi, e che tale approccio riveli la perpetua ambiguità del "contratto tra uomo e materia", come formulato da Hammad.