Pietre che appaiono. Il Sacro Bosco di Bomarzo

  • Stefano Jacoviello

Abstract

Il Bosco Sacro di Bomarzo è stato oggetto di un'ampia ricerca iconologica volta a decifrare le allegorie di cui è disseminato. Più che dedicarsi alla decifrazione dei simboli, questo articolo indaga il meccanismo semiotico del  Bosco Sacro, che riguarda la costruzione simultanea di diversi assi enunciativi in un complesso dispositivo discorsivo che include contemporaneamente illusione e simulazione. Diverse configurazioni della materia - pietra, statua, creatura, ciascuna relativa a un ordine del mondo -, producono diversi effetti di presenza nello spazio e nel tempo che caratterizzano l'esperienza estetica del luogo. Nel confronto serrato tra l'umano e il disumano, il naturale e l'innaturale, le pietre si dimostrano tutt'altro che materiale inerte. Le pietre emergono dal terreno, appaiono come elementi del paesaggio, si mettono in scena come tali, per poi nascondersi dietro la macchina della rappresentazione che chiede di essere valutata dal visitatore come arte, natura o semplice artificio. Attraverso l'oscillazione tra il guardare e l'essere guardati, l'apparire delle pietre di Bomarzo manifesta il luogo di una crisi della dimensione umana, e allo stesso tempo offre l'antidoto per esorcizzarla facendo i conti con il tempo, le passioni e la certezza che, in fondo, la vita è un inganno.

Pubblicato
2023-11-13
Come citare
Jacoviello , S. (2023). Pietre che appaiono. Il Sacro Bosco di Bomarzo. E|C, (39), 11-26. Recuperato da https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/ec/article/view/3391