Bodies of the Future. Il farsi senso della materia

  • Francesco Piluso
  • Francesco Pelusi

Abstract

In Crimes of the Future (2022), David Cronenberg torna al genere body-horror, facendo luce sul corpo e sulle sue deformazioni come sintomi di una degenerazione ontologica del soggetto umano. Il corpo umano è costantemente coinvolto in un processo di ibridazione con le tecnologie che ne alterano fortemente i tratti fisici e ne minano le capacità estetiche. Questa doppia logica di estensione e amputazione del corpo da parte dei mezzi tecnologici è riprodotta dalla figura tematica della chirurgia che, in un mondo privato di ogni dimensione estetica e patemica, diventa una forma feticista chiave e una pratica di sense-making in ogni dominio sociale, dall'arte al sesso. A queste operazioni chirurgiche corrisponde un tentativo di riscrittura semiurgica, volto a dare un senso al "caos interno" che colpisce il corpo umano. Assistiamo a una costante tensione tra questa necessità umana di controllo semiotico e biopolitico del corpo e l'inesorabile avanzata di una materia che supera il suo ruolo di base statica per la significazione e, allo stesso tempo, non è più riducibile a una sostanza pre-significata. L'analisi del film funge da premessa per una riflessione semiotica e un'ipotesi teorica più ampia: la riconfigurazione della categoria /natura vs. (tecno)cultura/ in una circolarità che mette in discussione la priorità assiologica assunta dalla natura nella metafisica occidentale, dando credito a una materia corporea che ha acquisito la capacità di diventare senso in modo autonomo.

Pubblicato
2023-11-10
Come citare
Piluso, F., & Pelusi , F. (2023). Bodies of the Future. Il farsi senso della materia. E|C, (38), 244-257. Recuperato da https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/ec/article/view/3109