La materia dello spirito: ontologia o semiotica?
Abstract
Nella prima parte dell'articolo la nozione di materia sarà considerata come purport o mening (significato) senza connotazioni metafisiche. Sarà anche intesa come inerenza, cioè l'orientamento del soggetto verso un valore. A partire da un lavoro semiotico sul purport, infatti, alcune caratteristiche diventano la forma del valore in vista di un soggetto. La seconda parte mostrerà come diversi testi, da Paolo a Edith Stein passando per Plutarco, Giovanni Damasceno, Tommaso d'Aquino, Teresa d'Avila, Leibniz, Florenskij e Wittgenstein, costruiscano l'opposizione metafisica tra materia e spirito attribuendo valori diversi ai due termini. Così, la pretesa precede la materia nell'accettazione ontologica. La terza parte riassume le prime due: non esiste una materia pre-semiotica o extra-semiotica; il discorso sull'ontologia può pensare la materia solo all'interno di una semiotica del valore. In questa cornice, il principio di inerenza sarà considerato come un operatore che organizza la pretesa (il significato) in un valore e un soggetto per il quale tale valore vale attraverso il lavoro semiotico.