Porte, ripostigli, soffitte e scantinati. L’architettura e la partizione del sensibile

  • Ramon Rispoli

Abstract

Questo articolo approfondisce il concetto di sporco, la sua gestione e il suo rapporto con gli spazi architettonici. Partendo dalla prospettiva dell'antropologa Mary Douglas, lo sporco è visto come qualcosa di intrinsecamente "fuori posto", intrinsecamente connesso all'idea di ordine e alla sua rottura. Di conseguenza, la pulizia è considerata un rituale domestico di purificazione, che ha lo scopo di ristabilire costantemente un ordine che rimane minacciato. Lo studio esplora anche il modo in cui l'architettura opera come "tecnologia di separazione", delineando i confini tra ciò che è visibile e invisibile, esposto e nascosto. Indaga il significato degli elementi architettonici, come le porte, nel plasmare la politica degli spazi e la loro organizzazione. Inoltre, l'articolo esamina l'associazione tra la nozione di sporco e il tempo, facendo luce sul ruolo delle pratiche di manutenzione che spesso rimangono poco visibili, sia nell'ambito dell'architettura che dell'arte.

Pubblicato
2023-11-10
Come citare
Rispoli , R. (2023). Porte, ripostigli, soffitte e scantinati. L’architettura e la partizione del sensibile. E|C, (38), 197-204. Recuperato da https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/ec/article/view/3105