Il marmo oltre la vena. Per una semiotica alternativa dei materiali
Abstract
La ricerca qui presentata parte da un'esperienza di collaborazione con l'azienda Lasa Marmo in Val Venosta, nell'ambito di un progetto didattico/sperimentale dell'Università di Bolzano, nell'area del design. Lasa Marmo copre l'intera filiera produttiva del marmo, dall'estrazione, alla lavorazione, alla produzione di lastre da immettere sul mercato, rivolte principalmente al mondo degli architetti, ovvero un'ulteriore traiettoria di lavorazione finalizzata a installazioni site-specific. Su questo sfondo progettuale, la ricerca innesta una riconsiderazione dello status della semiotica dei materiali. La semiotica li ha guardati attraverso il filtro principale dell'estetica, senza dimenticare le convocazioni metaforiche, in una chiave più epistemologica. Il marmo ne è un esempio lampante, a partire dalle sue venature, concepite come linee di resistenza dell'essere da cogliere (in negativo) a partire da un'operatività dei materiali stessi (il taglio). Il contributo ricolloca la semiotica dei materiali nell'ambito di un dialogo con le pratiche del design da un lato (Material Driven Design in particolare) e con gli storici dei materiali dall'altro (Bensaude-Vincent), al fine di rinnovare il progetto scientifico semiotico. Caratterizzare il marmo significa allora non solo mostrarne le possibili qualità plastiche, ma anche evidenziarne i paradossi a livello ecosistemico, tra perennità e instabilità, sostenibilità ed estrazione, iconodulia e iconoclastia. La sostenibilità, in particolare, diventerà il perno tematico di uno studio mirato, legato ai progetti di alcuni studenti durante il semestre. Il marmo si rivelerà il materiale per eccellenza dei semiologi, data la sua imprevedibile ricchezza di possibilità semiotiche.