La fabbricazione semiotica del Sars-CoV-2: il caso del criomicroscopio elettronico
Abstract
L'obiettivo di questo articolo è analizzare il ruolo dei dispositivi tecnologici per la scoperta della struttura molecolare della Sars-CoV-2 nelle pratiche di microscopia crioelettronica. Partendo dalla teoria dell'enunciazione di Bruno Latour e dagli approfondimenti sulle pratiche tecno-scientifiche, sosteniamo che l'idea di Latour di fabbricazione dei fatti può essere inquadrata semioticamente come un atto di enunciazione distribuito. In particolare, l'apparato tecnologico può essere visto come un'istanza mediatrice in grado di creare una commensurabilità tra la materia virale, fisicamente trasformata, ma conservata, attraverso le varie fasi del protocollo, e la cognizione e la percezione degli scienziati, estesa dal dispositivo, che agisce come istanza diagrammatica e delegata. Infatti, da un lato il sistema crioelettronico manipola le caratteristiche materiali del campione per renderlo visualizzabile, dall'altro produce gli interpreti necessari agli scienziati per realizzare il processo interpretativo.