Abstract
L’articolo analizza la rappresentazione della guerra e della lussuria nel Troilo e Cressida di William Shakespeare, mettendo a confronto le sue interpretazioni con quelle presenti nelle opere di Omero, Boccaccio e Chaucer. Shakespeare non solo demistifica i valori tradizionali associati alla guerra, ma esplora anche la relazione ambivalente tra guerra ed eros, entrambi visti come forze distruttive e profondamente intrecciate. La guerra di Troia è qui rappresentata come un’arena di vanità, tradimenti e degrado morale, culminando nella morte di Ettore, simbolo della fine di un sistema di valori epico. L’articolo mette in evidenza l’ironia shakespeariana, la decostruzione della gloria eroica e il ruolo dell’umanità nell’affrontare la violenza e l’inganno.