Abstract
Questo studio prende in esame il cosiddetto ‘pacifismo’ di Aristofane, un autore che a più riprese si esprime con decisione contro l’interminabile guerra tra Atene e Sparta, evidenziando come tale condanna si manifesti attraverso approcci differenti in tre delle commedie conservate: Acarnesi (425 a.C.), Pace (421 a.C.) e Lisistrata (411 a.C.). L’analisi mette in risalto una “dialettica del pacifismo”, distinguendo tra un modello competitivo ed esclusivo (Acarnesi), un modello inclusivo e correttivo (Lisistrata), e un compromesso simbolico tra i due estremi (Pace). Particolare attenzione è data alle differenze di genere e al concetto di entitlement, che condizionano il ruolo dei protagonisti: Diceopoli agisce come individuo sovrano, che si sostituisce a un’entità statuale nelle decisioni politiche e si realizza nell’esclusione dei suoi avversari dai benefici della pace, mentre Lisistrata guida un’azione collettiva che ambisce a riconciliare le parti in lotta e a includerle tutte nell’appagamento finale. Trigeo ha tratti dell’eroismo di Diceopoli, ma condivide con Lisistrata l’atteggiamento collettivista e inclusivo. Le tre diverse dinamiche rappresentate offrono un quadro complesso e sfaccettato del pacifismo, modulato in base al contesto storico e culturale delle singole opere.