Una nota sopra una malintesa sentenza della Cassazione. (Appendice alla mia «Risposta alla Memoria sulla “psicanalisi laica” dei proff. Dazzi e Lingiardi»)
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Parole chiave

psicanalisi «laica», guarigione come scopo psicoterapeutico, attività «protetta».

Come citare

Baldini, F. (2023). Una nota sopra una malintesa sentenza della Cassazione. (Appendice alla mia «Risposta alla Memoria sulla “psicanalisi laica” dei proff. Dazzi e Lingiardi»). Metapsychologica - Rivista Di Psicanalisi Freudiana, 1(1), 205–211. Recuperato da https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/metapsychologica/article/view/2670

Abstract

A seguito di una sentenza di condanna comminata a una psicanalista laica nel 2011 si è venuta a creare una situazione paradossale, che sventa le ambiguità di molti falsi sostenitori della psicanalisi laica, sempre pronti a piangerne la morte. Non solo da tale sentenza la psicanalisi laica non è messa fuori gioco, in quanto la sentenza è valida solo per quelle forme di psicanalisi che si sono date un obiettivo sanitario (eliminare la sofferenza, guarigione) e non invece conoscitivo, come è per Freud la vera psicanalisi; ma risulta anche che, se il colloquio psicanalitico, freudianamente inteso, non ha finalità guaritrici, ossia sanitarie, la psicanalisi non può essere un’attività «protetta». Quindi non aderire alla legge 56/89, come ha fatto
consapevolmente la SPF, ha significato mantenere l’esperienza analitica nella propria fisionomia originaria freudiana.

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