Abstract
Questo articolo prende in esame la teoria psicanalitica della libertà del volere. Nella cornice degli antichi e recenti dibattiti sul libero arbitrio, la concezione freudiana è stata per lo più vista come una posizione di negazione della libertà: naturalizzando lo psichico, avrebbe posto il soggetto in un orizzonte determinista, legandolo indissolubilmente a leggi di natura. In linea con molte delle odierne posizioni che ritengono necessario assumere un approccio riduzionista del comportamento umano, si è dato a volte per scontato che una visione scientifica del libero arbitrio debba essere di stampo neuroscientifico, ma vi sono fenomeni che per quanto emergano da eventi fisici, non possono essere descritti solamente in termini fisici. Evitando il materialismo radicale, tendente a rintracciare nel cervello ogni aspetto della mente umana, la teoria di Freud è sì determinista, ma giunge a una forma di compatibilismo e delinea una pratica in grado di accrescere il libero arbitrio.