Abstract
La psicanalisi non ha come scopo la guarigione del paziente, bensì la conoscenza dei processi psichici inconsci; tuttavia la verità teorica delle costruzioni analitiche è anche condizione necessaria per il dissolvimento dei sintomi, ma non ne è la condizione sufficiente. C’è un gap tra teoria e pratica. Il soggetto manifesta la propria inviolabilità attraverso una resistenza all’influsso terapeutico. Occorre concepire una pragmatica della verità come complemento possibile di una teoria della verità in modo che essa possa dispiegare i suoi effetti nella condotta del paziente senza che sia violata la sfera della libertà del soggetto. Viene proposta una definizione teorica della pragmatica della verità a partire dalla distinzione kantiana
tra Praktisch e Pragmatisch. Questa concezione costituisce una confutazione della teoria della verità contenuta nelle filosofie della prassi.