Abstract
Il presente articolo costituisce, come pars destruens, la prima di due parti di uno studio volto a una rilettura delle Osservazioni psicoanalitiche (Psychoanalytische Bemerkungen, 1910) di Freud sul caso clinico del Presidente Schreber, descritto nel libro autobiografico di quest’ultimo, intitolato Memorie di un malato di nervi (Denkwürdigkeiten eines Nervenkranken, 1903). Prendendo spunto dal saggio di Morton Schatzman dal titolo Soul Murder: Persecution in the Family (1973) – che ampio spazio dedica alla disamina del potenziale psicopatogeno di certi contesti familiari e dei metodi educativi che vi si praticano –, pur riconoscendo come indubbio il valore del contributo dello psichiatra americano – in particolare per l’attenzione che questi rivolge sia agli assurdi precetti «educativi» contenuti negli scritti del padre di Schreber, sia alle sorprendenti analogie e corrispondenze sussistenti fra molti di tali precetti e le idee deliranti di cui poi soffrì il figlio –, si prefigge, nondimeno, di replicare a Schatzman e, più nello specifico, alla critica che questi muove nei confronti di Freud, il quale, a suo parere, non avrebbe riconosciuto il ruolo causale del comportamento persecutorio paterno nella genesi dell’immaginario paranoide del figlio. Cogliendo nel discorso di Schatzman un’equivocità nell’impiego del concetto stesso di causa, il presente articolo vi focalizza anche taluni altri punti deboli, fra cui, in primo luogo, l’assenza di uno schema di riferimento idoneo a sorreggere le pretese spiegazioni causali e, in secondo luogo, una non totale considerazione dell’effetto psicopatogeno della repressione di un’eventuale disposizione omosessuale nel bambino. (L’enucleazione dei punti di forza dell’analisi di Freud saranno, invece, oggetto della seconda parte, avente funzione di pars construens).