Abstract
Lo scopo del saggio è fornire una panoramica dei tentativi di Husserl di spiegare il fenomeno della coscienza animale. Si vuole mostrare come in questo contesto acquisti un'importanza particolare la nozione di vita. Husserl coglie la vita come un processo perpetuo di auto-normalizzazione; essa si normalizza su diversi livelli di complessità. La ricostruzione del livello più basso di soggettività (l’animale) è, al tempo stesso, la descrizione del livello più basso e della forma più rudimentale di auto-normalizzazione della vita. Husserl presenta tre modi per affrontare il problema della mente animale: 1) l’entropatia, 2) la variazione eidetica e 3) la riflessione destrutturante-decostruttiva ("Abbau"). Il primo si riferisce all’entropatia con soggetti anomali (come l’animale), e alla domanda: con quali esseri viventi potremmo essere empatici, in modo fenomenologicamente legittimo? Il secondo modo si rivolge alle strutture eidetiche (essenziali) della coscienza in generale per arrivare a quelle strutture fondamentali senza le quali non potrebbe essere concepita alcuna coscienza (né umana né animale). La terza modalità riguarda il lavoro decostruttivo del fenomenologo che astrae dallo strato più alto della coscienza, per raggiungere quello più profondo. Una volta rivelato il livello più basso è possibile ricostruire un soggetto che possieda solo le strutture più semplici.