Abstract
Sulla base di una recente esperienza di filosofia pratica condotta con studenti delle scuole superiori, analizzo il rapporto tra storia e memoria. Concentrandomi sul processo continuo di interrogazione del passato per costruire il futuro, indago la sfida di realizzarlo, attraverso un flusso di lavoro partecipativo. In questo senso la filosofia, nella sua accezione pratica, può attuare un'autoriflessione collettiva dell'intera comunità sui propri obiettivi e valori. L'articolo analizza le potenziali conseguenze che questo atteggiamento di auto-interrogazione può generare, definendole come democrazia radicale e consapevolezza di stabilire relazioni basate sulla cooperazione piuttosto che sulla competizione, come una conquista positiva per la vita sociale. Un'ulteriore considerazione è dedicata ai diversi aspetti che caratterizzano il clima della comunità dei filosofi pratici, compreso il lavoro collettivo di impostazione, sviluppo e valutazione dell'intero processo realizzato insieme agli studenti. L'auspicio è che le nuove generazioni possano imparare la cittadinanza come pratica di costruzione collettiva.