Abstract
Il saggio si propone di considerare la concezione di Karl Jaspers delle situazioni limite sulla base della loro peculiare spazialità. La stessa terminologia utilizzata da Jaspers consente questo tipo di analisi. Infatti, essere in una situazione implica che l'esistenza (Dasein) sia situata all'interno di un ordine topografico e sono sempre le metafore spaziali a descrivere le situazioni limite. Ed è sempre un'immagine spaziale quella che Jaspers utilizza per rappresentare lo spazio del "salto" dall'esistenza immanente all'ordine topografico a una possibile Existenz che lo attraversa: quella di una "soglia enigmatica". Si cerca poi di rintracciare in altri pensatori (Derrida, Foucault, Benjamin) una concezione della soglia come spazialità non topografica che permetta di concepire, contemporaneamente e allo stesso tempo, qui e al di là, immanenza e trascendenza, reale e possibile, essere cittadino ed essere straniero. Emerge che il significato di soglia assume sfumature diverse e talvolta sostanziali a seconda della lingua (Seuil, Schwelle, Threshold).