Abstract
L'antico rapporto tra filosofia e musica ha dato luogo a una pluralità di interpretazioni, che ne hanno sottolineato l'affinità o la divergenza, l'uguaglianza o la dissomiglianza, in quest'ultimo caso coinvolgendo categorie come "debordamento" o "assenza" rispetto alla semantica o all'asemanticità del linguaggio sonoro rispetto a quello verbale. Questo saggio ne richiama le principali declinazioni, soffermandosi, in particolare, sul dibattito che si è animato anche in Italia a partire dalla seconda metà del secolo scorso e si è sviluppato, seppur con fasi alterne, fino ai giorni nostri. La prospettiva assunta è quella di un sentire e pensare "con la musica" e non solo "sulla musica", creando uno spazio autonomo di "attraversamento" che non "risolve" né subordina uno dei due termini.