Abstract
Nel film tratto dall'Enrico IV di Pirandello, Marco Bellocchio mostra come il punto centrale di questa commedia non sia tanto la follia, quanto il tempo, quel tempo che la follia stessa permette di attraversare e rivivere senza vincoli. Il Matto che finge di essere Enrico IV, infatti, cerca apparentemente di dare la giusta sequenza alla sua vita immaginaria, ma continua consapevolmente ad andare avanti e indietro nelle proprie vicende, sfruttando il fatto che nell'invenzione - a differenza della realtà - il tempo è reversibile. La componente speculativa presente nell'Enrico IV viene così esplicitata da Bellocchio con la forza del mezzo espressivo che utilizza, un mezzo le cui potenzialità Pirandello ha saputo valutare solo in modo limitato.