Abstract
La medicina narrativa come una pratica comunicativa che orienta la cura verso la persona e si è segnalato che, per aver a che fare con la persona e non intrattenersi nel sicuro territorio dell’ente malattia, ci si debba avventurare nella dimensione della prospettiva di chi si ha di fronte, ponendo il mondo abituale del paziente e l’ordine di senso che in lui si costituisce all’interno della relazione di cura. Si ritiene che sotto la cifra dell’identità narrativa, che mostra la dinamicità dell’identità personale, l’intreccio tra i racconti e la riconfigurazione del sé, sia possibile indicare delle modalità di relazione intersoggettiva nelle quali la narrazione è in grado di orientare la cura verso la persona. Attraverso la narrazione è possibile manifestare il senso di quel qualcosa che la persona, che è stata messa tra parentesi dall’apparato diagnostico, vorrebbe dire al medico e che rimane nascosto rispetto al discorso sull’ente. Rimuovendo questa sorta di epochè, il processo diagnostico e terapeutico incentrato sull’ente è ricompreso nella dialettica tra spiegazione e comprensione, nel territorio antropologico della ricerca di una concordanza sul piano di cura.