Abstract
Nel periodo tra la nascita, nel 1864, dell’Associazione Internazionale dei Lavoratori e la costituzione dei primi gruppi internazionalisti, Michail Bakunin attuò in una sorta di “entrismo” nelle logge massoniche dell’Italia meridionale con il fine di reclutare militanti, secondo una tradizione organizzativa attuata dal rivoluzionario Filippo Buonarroti durante i primi anni della Restaurazione. Attraverso l’impegno politico e iniziatico di Saverio Friscia e Antonino Riggio è possibile tracciare un percorso utile per comprendere le relazioni che si instaurarono tra internazionalisti di ispirazione bakuninista e alcune realtà liberomuratorie schierate su posizioni progressiste e in alcuni casi persino antisistema. Non esistette una massoneria “filointernazionalista” o un internazionalismo “massonico”, ma soltanto uomini che transitando nelle logge maturarono un percorso politico che li portò ad aderire alle varie correnti socialiste e anarchiche che si svilupparono in seno alla Prima Internazionale.