Dialogoi. Rivista di studi comparatistici
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it-ITgiuseppe.grilli@uniroma3.it (Giuseppe Grilli)mer, 13 nov 2024 00:00:00 +0000OJS 3.1.2.0http://blogs.law.harvard.edu/tech/rss60Introduzione al fascicolo 11
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Giuseppe Grilli
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https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/dialogoi/article/view/4993mer, 13 nov 2024 00:00:00 +0000Guerra e pace in Eraclito
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<p>Eraclito insegna che nell’infinita circolarità del divenire «giorno e notte sono una cosa sola» (DK 22 B 57) e che sono un’unica manifestazione del «divino», come «guerra e pace» (DK 22 B 67), secondo una circolarità implicita ed evidente in cui tutto trapassa non nel suo contrario, secondo un ragionamento banale ed estremizzante, bensì nel suo contiguo, in base a una continuità in cui essere e divenire sono la stessa cosa. In questa prospettiva solo apparentemente paradossale si svolge questo contributo su “guerra e pace”, da intendere come la stessa cosa (nella guerra ci sono le premesse della pace e viceversa), mentre in via preliminare si possono individuare diverse corrispondenze e sovrapposizioni tematiche nella poesia di John Donne, <em>A Lecture upon the Shadow</em>, che nei primi versi dichiara: «…I will read to thee / a Lecture, Love, in loves philosophy», per cui un possibile richiamo a Eraclito non è poi così… peregrino. E, a ben pensare, anche Quasimodo, Montale e Ungaretti sono in qualche modo “eraclitei” nella loro percezione della contiguità/continuità tra vita e morte. Il mio contributo consisterà soprattutto in una riflessione sulle possibili traduzioni e interpretazioni di tre frammenti di Eraclito in cui è protagonista la guerra.</p>Domenico Silvestri
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<p>Secondo la narrazione di Esiodo, <em>Teogonia</em> 901-903, la «fiorente Eirene», personificazione della Pace, è una delle tre Horai (Stagioni), figlie di Zeus e Themis (Legge), che «proteggono le opere degli uomini mortali»: una dea ‘antropocentrica’. Nel solco della dottrina esiodea, Eirene/Pace si presenta come dea che presiede all’etica umana e promuove la vegetazione e l’agricoltura, tanto da essere assimilata sia alla benefica Demetra sia all’esuberante Dionysos.</p>Onofrio Vox
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https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/dialogoi/article/view/4995mer, 13 nov 2024 00:00:00 +0000Dialettica del pacifismo: la pace degli uomini e la pace delle donne nelle commedie di Aristofane
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<p>Questo studio prende in esame il cosiddetto ‘pacifismo’ di Aristofane, un autore che a più riprese si esprime con decisione contro l’interminabile guerra tra Atene e Sparta, evidenziando come tale condanna si manifesti attraverso approcci differenti in tre delle commedie conservate: <em>Acarnesi</em> (425 a.C.), <em>Pace</em> (421 a.C.) e <em>Lisistrata</em> (411 a.C.). L’analisi mette in risalto una “dialettica del pacifismo”, distinguendo tra un modello competitivo ed esclusivo (<em>Acarnesi</em>), un modello inclusivo e correttivo (<em>Lisistrata</em>), e un compromesso simbolico tra i due estremi (<em>Pace</em>). Particolare attenzione è data alle differenze di genere e al concetto di <em>entitlement</em>, che condizionano il ruolo dei protagonisti: Diceopoli agisce come individuo sovrano, che si sostituisce a un’entità statuale nelle decisioni politiche e si realizza nell’esclusione dei suoi avversari dai benefici della pace, mentre Lisistrata guida un’azione collettiva che ambisce a riconciliare le parti in lotta e a includerle tutte nell’appagamento finale. Trigeo ha tratti dell’eroismo di Diceopoli, ma condivide con Lisistrata l’atteggiamento collettivista e inclusivo. Le tre diverse dinamiche rappresentate offrono un quadro complesso e sfaccettato del pacifismo, modulato in base al contesto storico e culturale delle singole opere.</p>Alessandro Grilli
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https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/dialogoi/article/view/4996mer, 13 nov 2024 00:00:00 +0000Troilo e Cressida, Omero e Shakespeare, guerra e lussuria
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<p>L’articolo analizza la rappresentazione della guerra e della lussuria nel <em>Troilo e Cressida</em> di William Shakespeare, mettendo a confronto le sue interpretazioni con quelle presenti nelle opere di Omero, Boccaccio e Chaucer. Shakespeare non solo demistifica i valori tradizionali associati alla guerra, ma esplora anche la relazione ambivalente tra guerra ed eros, entrambi visti come forze distruttive e profondamente intrecciate. La guerra di Troia è qui rappresentata come un’arena di vanità, tradimenti e degrado morale, culminando nella morte di Ettore, simbolo della fine di un sistema di valori epico. L’articolo mette in evidenza l’ironia shakespeariana, la decostruzione della gloria eroica e il ruolo dell’umanità nell’affrontare la violenza e l’inganno.</p>Guido Paduano
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https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/dialogoi/article/view/4997mer, 13 nov 2024 00:00:00 +0000Il “modo soave” della Compagnia di Gesù come inedita comprensione della alterità
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<p>Le istanze promosse nei circuiti sovrannazionali della Compagnia di Gesù sono applicate con una inedita percezione dell’alterità che conduce alla ricerca di valori che mediano le molteplici situazioni all’interno di prospettive analoghe a quelle che, soltanto in epoca a noi vicina, si svilupperanno come lo strumento ermeneutico dell’inculturazione. Per i Padri si tratta d’adoperarsi con un “modo soave” o di pervenire all’”accomodamento”, apprestando i parametri pragmatici e comunicativi utili a un dialogo fra le specifiche realtà fondato sulla retorica della persuasione (<em>suadēre</em>). Il presente lavoro ha come obiettivo l’illustrazione di questa strategia comunicativa, prende in esame alcuni casi di studio appartenenti a varie aree culturali e ha come obiettivo di mostrare come, senza ricorrere alla coercizione, si possa tentare di articolare il messaggio su canali della reciprocità pur nel rispetto delle differenze.</p>Diego Poli
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https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/dialogoi/article/view/4998mer, 13 nov 2024 00:00:00 +0000La ambigua aceptación de la otredad, de su valor y dignidad, en la comedia de Lope de Vega y Carpio La pobreza estimada
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<p>Dentro del vastísimo repertorio teatral de Lope de Vega, <em>La pobreza estimada</em>, compuesta entre 1597 y 1600, guarda características que impiden colocarla dentro de una única tipología de género de comedia, puesto que comparte aspectos pertenecientes a la comedia urbana, pero también a la morisca y/o de cautivos y a la bizantina. Es cierto que esta naturaleza híbrida de la obra, bien argumentada por la crítica, es también consecuencia de la doble ambientación geográfica dentro de la cual se desarrolla la intriga – Valencia y Argel–, que, consecuentemente, conlleva al enfrentamiento de dos mundos, el español y el musulmán, históricamente en contraste entre ellos, pero constantemente en contacto. Un aspecto muy interesante que me propongo profundizar de la comedia es la actitud de la sociedad española de aquel tiempo – explicitada a través de la caracterización de sus personajes – con respecto a la otredad, en concreto, a los conversos y los musulmanes.</p>Maria Alessandra Giovannini
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https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/dialogoi/article/view/4999mer, 13 nov 2024 00:00:00 +0000 Scritti di guerra e di pace in Russia. Alle origini del pacifismo russo
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<p>Nel presente articolo si prende in esame la storia del pacifismo russo alle sue origini, dalle prime esperienze dei secoli XVII e XVIII fino al trattato di Vasilij Malinovskij <em>Ragionamento sulla pace e sulla guerra</em> (1803). Nel corso della trattazione si evidenziano le fonti d’ispirazione occidentali (dall’Abbé de Sainte-Pierre a Rousseau, Bentham e ai pensatori cristiano-riformati) e si analizza il concetto di “pace giusta” elaborato da Malinovskij anche alla luce degli eventi storici del primo Ottocento (<em>in primis</em> le guerre napoleoniche). La trattazione, dopo brevi cenni al decabrismo, si concentra su uno scritto poco noto di Aleksandr Puškin dedicato al concetto di “pace perpetua” ispirato dall’interpretazione rousseauiana degli scritti del Saint-Pierre, per poi passare a tracciare alcune linee della genesi del pacifismo tolstoiano già nelle sue prime opere, quali <em>I Racconti di Sebastopoli</em> e le prose dedicate alla guerra sul Caucaso.</p>Stefano Garzonio
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https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/dialogoi/article/view/5000mer, 13 nov 2024 00:00:00 +0000“I tots fruiríem la pau”: Eugeni Ors i la Guerra Gran
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<p>A partir del llibre <em>Tina i la Guerra Gran</em> d’Eugeni Ors, que es va publicar a la sèrie “glosa” de La Veu de Catalunya entre el 3 d’agost de 1914 i el 2 de gener 1915 sota el títol de <em>Letres a Tina</em>; seguint unes de Reflexions d’Antonio Monegal al seu <em>El silencio de la guerra</em> (Acantilado 2024), en aquest article compararé la posició d’Ors sobre la guerra amb la del jove Gaziel, que va escriure una sèrie d’articles que descriuen la guerra des d’una perspectiva parisenca, publicat posteriorment com a <em>París 1914. Diari d’un estudiant</em> (1964). Tots dos són representatius de diferents tècniques literàries i posicions ideològiques.</p>Enric Bou
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https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/dialogoi/article/view/5001mer, 13 nov 2024 00:00:00 +0000Archibald MacLeish, The Silent Slain. A propòsit d’Archibald MacLeish i Marià Manent
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<p>A partir de l’anàlisi del poema <em>The Silent Slain</em> del nord-americà Archibald MacLeish, l’objectiu del treball és fer una aproximació concreta a l’expressió de la guerra en la poesia occidental del segle XX i a l’ús del passat literari heroic medieval, de la seva presentificació. Es combinen dues perspectives crítiques: els discursos sobre l’èpica i el seu component realístic (György Lukács, Emil Staiger i Erich Auerbach), i l’anàlisi de les sensacions i la fenomenologia que ha buscat la veracitat en l’expressió del real. El treball té present Marià Manent, el traductor més destacat de MacLeish al català, així com les diferents lectures que el poeta català va fer de l’americà, les seves coincidències i les seves divergències en relació a la concreció de la imatge. Finalment, es proposa una lectura figural, tal com va apuntar Auerbach, de <em>The Silent Slain</em>, contextualitzada en un temps orientat i marcat per la guerra.</p>Jordi Cerdà Subirachs
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<p>L’articolo analizza il rapporto amicale, di collaborazione e approfondimento teorico fra il pacifista libertario Romain Rolland, lo scrittore comunista Henri Barbusse e lo scrittore rivoluzionario Panai Istrati, tutti molto poco indagati in Italia. Lo scenario bellico è quello della Prima guerra mondiale, della rivoluzione bolscevica, e degli anni che intercorrono fra la Prima e la Seconda guerra mondiale.</p>Fiorenza Taricone
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https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/dialogoi/article/view/5004mer, 13 nov 2024 00:00:00 +0000Gli Dei al tramonto. György Lukács tra pace e guerra
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<p>L’articolo si rivolge al clima culturale poliedrico e dinamico della cittadina universitaria di Heidelberg a inizio del Novecento, e in particolare alle riflessioni dell’intellettuale György Lukács, che approda in quella sede da Budapest con un bagaglio ricco di riflessioni incentrate sul pacifismo e su una dimensione spirituale sovranazionale. Le discussioni animate all’interno del circolo di Heidelberg si interrompono bruscamente allo scoppio della Prima guerra mondiale, con il configurarsi di posizioni opposte rispetto al conflitto.</p>Micaela Latini
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https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/dialogoi/article/view/5003mer, 13 nov 2024 00:00:00 +0000Da Picasso a Banksy: raccontare la guerra per vivere la pace
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<p>Prima del colpo di stato franchista nel 1936, Picasso si era interessato quasi esclusivamente alla ricerca formale, ma l’indignazione per i tragici eventi che interessavano la sua terra lo spinse a riconsiderare il proprio ruolo di uomo e di artista. Partendo dagli esempi di Goya, Picasso cominciò a esplorare il significato della pace attraverso le lenti della guerra, trasformando la sua visione della realtà contemporanea e stabilendo un legame profondo tra arte e impegno sociale, fino a giungere alla composizione di <em>Guernica</em>. La decorazione del T<em>empio della Pace</em> di Vallauris all’inizio degli anni Cinquanta consolidò ulteriormente il messaggio pacifista dell’artista attraverso l’uso di figure archetipiche come la Colomba, il cui primo esemplare era stato realizzato nel 1949 per la locandina del primo Congresso di Parigi del Movimento dei Partigiani della Pace: un episodio seguito da molti altri, destinati a influenzare la simbologia dei movimenti pacifisti del Sessantotto. Nel nuovo millennio Banksy ha reinterpretato questo simbolo con il murale <em>Armored Dove</em>, dove ha affrontato il tema, ammantato da un’amara ironia, attraverso un richiamo alla dicotomia Guerra-Pace che può essere idealmente collegato, per impatto visivo, alle migliori opere picassiane dedicate a questo tema.</p>Massimo De Grassi
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https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/dialogoi/article/view/5005mer, 13 nov 2024 00:00:00 +0000"La Paz de la Ira”. L’inno alla pace nel Canto General di Pablo Neruda
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<p>La Parola poetica nerudiana di pace si spande sull’intero cosmo e le sue fragili, consuete creature. Una Pace figlia del conflitto, dell’esperienza, del disinganno che il poeta – con la minuscola, poiché non è “nada más que un poeta” – riconduce alla sua dimensione mitica: Eirene – sorella di Eunomia, il buon Governo, e di Dike, la Giustizia – che irradia splendore e concordia “politica” universale.</p>Nicola Palladino
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<p>L’obiettivo di questo lavoro è mostrare come in Occidente la definizione di guerra sia diventata indicibile. Agli arbori della civiltà europea i conflitti erano considerati “naturali” e non dovevano esser giustificati, ma già sotto l’Impero romano s’iniziò a costruire teorie sulla guerra giusta, che il Cristianesimo cercò di normare ulteriormente, mascherando la volontà di potenza e di sopraffazione con precetti morali. L’attuale rappresentazione dei conflitti, raccontati da entrambi i contendenti come lotta del bene contro il male, ignorando le vere poste in gioco, rende ancor più difficile trovare delle soluzioni alle guerre e approfondimento teorico.</p>Pierre Dalla Vigna
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https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/dialogoi/article/view/5007mer, 13 nov 2024 00:00:00 +0000Una suggestione di lettura propostaci da Bruno Mazzoni: Matéi Visniec, La fête de la frontière. Avant propos
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<p>Il dibattito dilemmatico, oggi più vivace e più attuale che mai, sull’identità europea e sul futuro destino del nostro continente trova in Matei Vișniec un interprete d’eccezione che tematizza drammaturgicamente tale problematica. </p>Bruno Mazzoni,Matéi Vișniec
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https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/dialogoi/article/view/5008mer, 13 nov 2024 00:00:00 +0000Giuseppe Grilli (a cura e nota di), Una revista curiosa i dissident: L’esquella de la Torratxa
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<p>Curiositat del passat i profecies de futur, podria dirse del numero que aquí en part reproduïm. El cas que ens ha cridat l’atenció es que es que al mateix numero s’anuncia la sortida de la novel·la de Miguel de Unamuno <em>Paz en la guerra</em> dedicada a la segona o tercera guerra carlista a on in el jove escriptor, molt influït per els records de una edat que basculava entre pubertat i adolescència, i que coincideix amb els esdeveniments de l’efímera Estrella, gosa e intenta de oscil·lar entre adhesió al sentiment de pàtria menuda, fins i tot amb reminiscències de llegua basca, i intent de visió de prospectiva. De fet el quasi coincident amb la actitud de la revista que defensa la identitat catalana davant de “Madrit”, però no s’ adhereix a una possible, però no aplicable o desitjable internacional dels pobles irredemptes, de Irlanda a Creta. Finalment assenyalo que Carmelo Spadola (Università del Salento) prepara una lectura revulsiva de la novel·la unamuniana.</p>Giuseppe Grilli
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https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/dialogoi/article/view/5009mer, 13 nov 2024 00:00:00 +0000Recensioni
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<p> </p>Autori Vari
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https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/dialogoi/article/view/5015mer, 13 nov 2024 00:00:00 +0000Due romanzi e un film negli anni Trenta: irriducibili
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<p>Negli anni Trenta si compie un percorso iniziato sin dal primo decennio del secolo, l’affiancarsi alla narrazione romanzesca di un genere ibrido, anzi del genere ibrido per eccellenza: il racconto filmico. Tra le conseguenze maggiori scaturì una nuova e diversa ibridizzazione: quella di romanzo e saggio, con nuovi capolavori, che a volte riscossero un successo immediato e straordinario, come il libro di James Hilton da cui prende le mosse il breve saggio, sia il nuovo genere del libro infinito, come il capolavoro di La Rochelle, <em>Gilles</em>. La trasposizione cinematografica di opere letterarie è servita, serve, in molti casi, a svelare la “verità” profonda di capolavori letterari.</p>Giuseppe Grilli
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https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/dialogoi/article/view/5011mer, 13 nov 2024 00:00:00 +0000«Sin miedo de perderte». Ricordando Antonio Gargano
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<p>Il contributo intende offrire un ricordo dell’insigne ispanista Antonio Gargano, venuto a mancare quest’anno, ripercorrendo le linee essenziali della sua attività sia accademica che scientifica, e sottolineando i meriti precipuamente acquisiti dallo studioso sul piano metodologico ed ermeneutico.</p>Flavia Gherardi
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https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/dialogoi/article/view/5012mer, 13 nov 2024 00:00:00 +0000Antonio Gargano visto da un italianista e dantista
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<p>Nel volume apparso poco prima della sua morte, <em>Con aprendido canto. Tradiciones poéticas y perspectivas ideológicas en el cancionero amoroso de Garcilaso de la Vega, Madrid</em>, Iberoamericana, 2023, Antonio Gargano raccolse e ordinò i suoi studi dedicati a Garcilaso de la Vega, poeta alla cui opera dedicò un impegno di estremo rilievo e qualità scientifica, alimentato, inoltre, da un rapporto di vitale implicazione. Di esso si fa qui una breve rassegna, che è anche un commosso omaggio all’amico scomparso.</p>Raffaele Pinto
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https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/dialogoi/article/view/5013mer, 13 nov 2024 00:00:00 +0000Exploring Alienation and Knowledge: A Comparative Study of H.P. Lovecraft and Giacomo Leopardi
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<p>This essay examines the themes of alienation and knowledge in the works of H.P. Lovecraft and Giacomo Leopardi. While both authors grapple with the insignificance of humanity in the face of an indifferent universe, their responses diverge significantly. Lovecraft’s cosmicism presents knowledge as a source of existential dread and isolation, culminating in a profound psychological crisis for his characters. Conversely, Leopardi’s cosmic pessimism acknowledges the cruelty of existence while advocating for human solidarity and ethical engagement as responses to despair. By presenting the authors’ philosophies, this study highlights how Lovecraft and Leopardi articulate the complexities of human existence and the pursuit of knowledge in a vast and indifferent cosmos.</p>Enrico Cipriani
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