Gli Artisti dei Laghi https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/artisti-laghi <p><em>Gli Artisti dei Laghi</em>, rivista dell’Università degli Studi dell’Insubria, è dedicata allo studio di una precisa categoria storiografica di maestranze specializzate, provenienti da un medesimo, circoscritto, bacino territoriale: le aree vallive e subalpine comprese tra i laghi di Como, Lugano e Maggiore. Gruppi strutturati di artefici altamente specializzati nei settori edilizio, scultoreo e pittorico, organizzati su base dinastico-corporativo, che operarono dall'Alto Medio Evo fino alla Contemporaneità, estendendo il loro raggio d’azione, progressivamente, dall’Italia all’Europa, sino a nuovi contesti operativi d’oltreoceano.</p> <p>&nbsp;</p> <p><em>Gli Artisti dei Laghi</em>, journal of the Università degli Studi dell’Insubria, is devoted to the study of a distinctive historiographical category of specialized artists, coming from the same, circumscribed, territorial basin: the valley and subalpine areas included among the lakes of Como, Lugano and Maggiore. Structured groups of masters specialized in the construction, sculptural and pictorial sectors, organized on a dynastic-corporate basis, who are documented from the High Middle Ages to the Contemporary Age, extending their range of action, progressively from Italy to Europe, up to new working contexts overseas.</p> en-US Wed, 06 Oct 2021 13:25:50 +0000 OJS 3.1.2.0 http://blogs.law.harvard.edu/tech/rss 60 Editoriale/Editorial https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/artisti-laghi/article/view/1430 <p>&nbsp; &nbsp;</p> Andrea Spiriti Copyright (c) 2021 https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/artisti-laghi/article/view/1430 Wed, 06 Oct 2021 00:00:00 +0000 La tipologia architettonica del Westwerk e le sue derivazioni https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/artisti-laghi/article/view/1431 <p>Il presente contributo è dedicato all’analisi tipologica, ai caratteri storico-costruttivi, alle varianti e alle derivazioni, ma anche alla diffusione territoriale della specificità architettonica del Westwerk lungo un arco cronologico che, dalle prime fasi del Romanico, giunge al XIII secolo. Saranno presi in considerazione rappresentativi luoghi di culto europei, in primis chiese abbaziali, per agevolare una lettura comparata con edifici siti in Italia, anche per quanto riguarda l’abbinata fra la torre assiale in facciata e la tribuna.</p> <p>The essay is dedicated to the typological analysis, the historical constructive characters, variants and derivations, but also to the territorial diffusion of the Westwerk architectural structure along a chronological period from the first decade of the Romanesque age to XIIIth century. Remarkable European places of worship, first of all abbey churches, are taken into account to support a comparative reading of Italian sacred buildings, also considering the matching of the axial tower on the facade and the tribune.</p> Valerio Ascani Copyright (c) 2021 https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/artisti-laghi/article/view/1431 Wed, 06 Oct 2021 00:00:00 +0000 Da Giovanni Battista a Giovanni Andrea https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/artisti-laghi/article/view/1432 <p>Il presente contributo, a partire da opere selezionate e da confronti mirati, analizza l’attività genovese dei pittori ticinesi Giovanni Battista e Giovanni Andrea Carlone, esponenti di spicco di una gloriosa dinastia che, a partire dalla metà del XVII secolo, raggiunse l’apice della propria egemonia nel panorama della committenza della Superba. Facendo leva sulla connotazione imprenditoriale che caratterizzò, storicamente, il modus operandi degli Artisti dei Laghi, la ditta dei Carlone, a Genova, seppe, da un lato, alimentare il proprio successo tramandando, di generazione in generazione, agli esponenti della famiglia, cartoni, modelli e figure; dall’altro, recepire e mettere in atto, in maniera flessibile, novità stilistiche e metodologiche, sempre da intendersi alla luce della più ampia e diffusa logica, tipicamente lacuale, relativa alla capacità di adattamento e sintesi.</p> <p>Starting from select works and selected comparisons, the paper analyses the Genoese activity of the Tessin painters Giovanni Battista and Giovanni Andrea Carlone, prominent figures of a glorious dynasty which, from the half of the XVIIth century, reached the pinnacle of its hegemony in the Superba’s art patronage framework. Highlighting the entrepreneurial connotation that characterized, historically, the Lakes Artists’ modus operandi, in Genoa the Carloni family was able, on the one hand, to fuel its won success, handing down, from generation to generation, cartoon, preparatory drawings, sketches and patterns, on the other to find and implement, in flexible way, stylistic and methodological novelties, always to be understood in the light of the broadest and most widespread logic, typical for Lake Artists, related to the ability to adapt and synthesize different manners.</p> Giacomo Montanari Copyright (c) 2021 https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/artisti-laghi/article/view/1432 Wed, 06 Oct 2021 00:00:00 +0000 Barocco romano a Scaria https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/artisti-laghi/article/view/1433 <p>nell’atelier di Ercole Ferrata, oggi conservate presso il Museo d’Arte Sacra di Scaria d’Intelvi, verrà analizzato il ruolo dello scultore intelvese nel contesto del più ampio dibattito relativo alla ricezione degli stilemi del barocco romano, alla loro trasmissione ai membri dell’articolata bottega e alla volontà che questi ne diffondano e sedimentino il magistero nella terra natia. In particolare, dalla riconosciuta sintesi fra algardismo e berninismo che connotò il linguaggio plastico di Ferrata, si proporranno alcuni confronti, mirati, atti a restituire l’alveo culturale e i rimandi estetici entro i quali le suddette sculture in legno si collocano.</p> <p>In the paper, starting from the analysis of a group of wooden statues sculpted by Ercole Ferrata’s atelier and now preserved in the Museo d’Arte Sacra of Scaria d’Intelvi, the artist’s role is discussed considering the context of the wider reception debate related to the Roman baroque stylistic features, their transmission to members of the multiform workshop and the will that they spread and sediment the magisterium in their native land. In particular, of the recognized synthesis between Algardism and Berninism that characterized the plastic language of Ferrata, some selected comparisons are proposed to return the cultural framework and aesthetic references within which these wooden sculptures are placed.</p> Alessandra Demeo, Cristiano Giometti Copyright (c) 2021 https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/artisti-laghi/article/view/1433 Wed, 06 Oct 2021 00:00:00 +0000 Scaria e il suo Museo https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/artisti-laghi/article/view/1435 <p>artisti originari della Valle Intelvi attivi nel XVIII secolo: i ritratti realizzati da Carlo Innocenzo Carloni, rappresentanti esponenti della famiglia De Allio e Luraghi, conservati presso il Museo Diocesano di Scaria; la decorazione ad affresco eseguita da membri della famiglia Scotti sulla volta del presbiterio della chiesa parrocchiale di San Lorenzo in Laino, raffigurante il Martirio e la Gloria del santo. Il saggio pone l’accento sull’importanza del lavoro di restauro non solo a fini conservativi, ma anche conoscitivi, rivolti, in particolare, ad indagare la tecnica pittorica degli artisti.</p> <p>The contribution illustrates two restoration interventions relating to pictorial works by artists from Intelvi Valley active along the XVIIIth century: the portraits painted by Carlo Innocenzo Carloni, representing members of the De Allio and Luraghi families, preserved in the Diocesan Museum of Scaria; the fresco decoration executed by masters of the Scotti dynasty on the vault of the presbytery of the San Lorenzo parish church of Laino, depicting the Martyrdom and Glory of Saint. The paper emphasizes the importance of the restoration work non only for conservation purposes, but also knowledge ones, aimed, in particular, at investigating the artists’ painting technique.</p> Laura De Nardi Copyright (c) 2021 https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/artisti-laghi/article/view/1435 Wed, 06 Oct 2021 00:00:00 +0000 La prassi operativa lacuale tra fine dell’Ancien Régime e Restaurazione https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/artisti-laghi/article/view/1436 <p>Il presente contributo mira, con taglio metodologico, a mettere in luce le continuità e i mutamenti della prassi operativa, già codificata dagli Artisti dei Laghi in epoca medievale e implementata lungo tutta l’Età Moderna, nel periodo compreso tra la fine dell’Antico Regime e la Restaurazione. In particolare, saranno analizzate la cause alla base della parziale crisi del sistema in ambito italiano ed Europeo e, al contempo, della sua affermazione in contesto internazionale, in primis relativamente al perdurare della capillarizzazione russa, ma anche, fra Otto e Novecento, alla penetrazione nel continente americano e nel Sud-est asiatico. Le soppressioni degli ordini religiosi, la secolarizzazione, la disgregazione dell’unità familiare sancita dall’adozione del Codice Napoleonico, la nascita del Canton Ticino e il progressivo fenomeno della globalizzazione contribuirono, da un lato, a fare perdere alle maestranze lombardo-ticinesi alcuni dei capisaldi storici che avevano decretato la fortuna del modus operandi nei secoli; dall’altro, sfruttando pragmaticamente l’imposizione della temperie classicista, prima, e dell’eclettismo storicistico, poi, a garantire rinnovate possibilità di lavoro, legate a nuove specificità artistiche e artigianali (ceramiche, porcellane, incisioni, scenografie teatrali). Un nuovo inizio che, nei fatti, sancì la rinascita del modello, a conferma della sua capacità di sopravvivere, sebbene in parte modificato, sino alla metà del Novecento.</p> <p>The paper aims, with a methodological approach, to highlight continuity and changes in the good practice – already codified by Lake Artists during Medieval times and improved through the Modern Age – in the period between the end of the Ancien Régime and the Restoration. The analysis focuses especially on the root causes of the partial crisis of their working system both in Italy and Europe and their new diffusion in different international settings, primarily considering the continuation of their presence in Russia, but also, between XIXth and XXth century, their penetration in the American continent and in South-East Asia. The suppression of the religious orders, the secularization, the break-up of family unity ratified by the adoption of Napoleonic Code, the foundation of Canton Ticino and the progressive phenomenon of globalisation contributed, on one hand, to the loss for Swiss-Lombard Lake Artists of some historical cornerstones territories where they determined the fortune of their modus operandi through centuries; on the other one, using pragmatically the widespread of classicist patterns at first, and later of historicist eclecticism they could ensure new working fields, connected with new artistic and craft activities (ceramic, porcelain, engraving, theatre scenography). A new start which, in practice, determined the renewal of a working system which reaffirmed the operational capacity of Lake Artists until the first half of the XXth century.</p> Massimiliano Ferrario Copyright (c) 2021 https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/artisti-laghi/article/view/1436 Wed, 06 Oct 2021 00:00:00 +0000 Carlo Maria Giudici alla Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/artisti-laghi/article/view/1437 <p>Il contributo indaga in modo analitico l’attività scultorea di Carlo Maria Giudici (1723-1804) all’interno del duomo di Milano, in un ampio lasso di tempo, compreso fra il 1747 e l’anno della morte. Grazie anche a una capillare ricerca d’archivio sono emersi importanti documenti che hanno consentito di ricondurre allo scultore alcune opere, sinora assegnate ad altri artisti esclusivamente su base stilistica. Tra questi si segnalano in particolar modo il bozzetto e il marmo del San Matroniano e il telamone della facciata verso Palazzo Reale. Nel contributo si delinea, inoltre, l’excursus stilistico di Carlo Maria Giudici, che dopo gli esordi rococò, anche grazie a un viaggio di studio a Roma agli albori degli anni Cinquanta del Settecento, matura una nuova consapevolezza, che affonda certamente le sue radici nello studio della statuaria classica, ma più ancora nella ripresa convinta dei dettami di Annibale Fontana, figura chiave della scultura milanese cinquecentesca.</p> <p>This essay investigates in an analytical way the sculptural activity of Carlo Maria Giudici (1723-1804) inside the Milan cathedral, over a long period of time between 1747 and the year of his death. Through a detailed archival research have emerged important documents that have allowed me to trace back to the sculptor any sculptures, until now assigned to other artists exclusively on a stylistic basis. Among these, terracotta and marble of the San Matroniano, and the telamon of the facade towards the Royal Palace, are particularly noteworthy. The essay also outlines the stylistic excursus of Carlo Maria Giudici, who after the Rococo beginnings, also thanks to a study trip to Rome at the dawn of the Fifties of the Eighteenth century, matures a new awareness, which certainly has its roots in the study of classical statuary, but even more in the convinced resumption of the dictates of Annibale Fontana, a key figure of Sixteenth-century Milanese sculpture.</p> Beatrice Bolandrini Copyright (c) 2021 https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/artisti-laghi/article/view/1437 Wed, 06 Oct 2021 00:00:00 +0000 Antonio Spazzi a Verona https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/artisti-laghi/article/view/1438 <p>Il contributo ricostruisce la carriera dello scultore Antonio Spazzi (Pellio Superiore, 1770-Verona, 1848) tra gli ultimi anni del Settecento e il primo trentennio dell’Ottocento. L’artista appartenne ad un casato che nei secoli aveva sviluppato ramificazioni a Verna, Ramponio, Scaria, Pellio, Arogno e Valle di Muggio, oltre che a Lanzo, da cui certamente proviene il nucleo di maestri oggi più noto agli studi. La sua attività dal territorio bresciano si spostò in Verona, ove raggiunse un considerevole prestigio con importanti commissioni pubbliche, in particolare monumenti commemorativi di illustri personalità cittadine, tra cui spiccano quelli collocati nella celebre chiesa domenicana di Sant’Anastasia, ma non mancarono prestigiose commissioni anche in Mantova, ove operò sia in Palazzo Tè che per il Teatro Sociale. Il successo incontrato da Antonio favorì il definitivo accreditamento nella città scaligera di altre due generazioni di artisti della famiglia, ovvero quella dei figli, Grazioso (Verona, 1816-1892) e Giovanni (Verona, 1824-1866), e dei nipoti, Carlo (Verona, 1854-1936) e Attilio (Verona, 1854-1915).</p> <p>The paper outlines the career of the sculptor Antonio Spazzi (Pellio Superiore, 1770-Verona, 1848) between the last decade of the XVIIIth century and the first quarter of the XIXth century. The artist belonged to an ancient dynasty which developed different branches along the Intelvi Valley in Verna, Ramponio, Scaria, Pellio, apart from Lanzo, where the members of the family most well known by scholarly studies were born, and also in Tessin (Arogno and Valle di Muggio). Antonio’s activity moved from Brescia to Verona, where he earned a notable prestige and obtained important public commissions especially for monuments commemorating eminent Veronese personalities. Among them, the most remarkable ones are those erected in the Dominican church of Sant’Anastasia; but he also gained prestigious commissions in Mantova, where he worked in Palazzo Te and in the Teatro Sociale. Antonio’s conspicous success promoted the definitive placement in the city of Verona and in Venetian territory of other two generations of artists of the Spazzi family: Antonio’s sons Grazioso (Verona, 1816-1892) and Giovanni (Verona, 1824-1866) and his nephews Carlo (Verona, 1854-1936) and Attilio (Verona, 1854-1915).</p> Laura Facchin Copyright (c) 2021 https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/artisti-laghi/article/view/1438 Wed, 06 Oct 2021 00:00:00 +0000 Andrea Appiani e i laghi lombardi https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/artisti-laghi/article/view/1439 <p>Il contributo vuole dimostrare quanto profondo sia il legame fra Andrea Appiani e i laghi dell’area nord della Lombardia, sin dall’infanzia, possedendo la sua famiglia diverse proprietà ed edifici presso il lago di Pusiano, vicino a Lecco, senza dimenticare che alcuni dei suoi primi lavori vennero realizzati proprio per siti in questi territori. Un volume di schizzi conservato presso la Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano testimonia della predilezione di Appiani per quest’area di lago e montagna che spesso venne utilizzata come sfondo paesaggistico nei suoi dipinti. Nonostante Milano sia divenuta, sempre di più, nel corso della carriera del pittore, il privilegiato luogo di attività, i suoi amici e committenti spesso richiesero a lui lavori destinati alle residenze di villeggiatura costruite sui laghi di Como e di Lugano.</p> <p>This contribution aims to show how deep the attachment between Andrea Appiani and northern lakes of Lombardy was from his childhood, as his family owned some properties and buildings in Pusiano lake, near Lecco, and his first artworks were made in this countryside. A book of sketches preserved in Veneranda Biblioteca Ambrosiana (Milan) proves Appiani’s love for his lakes and mountains so much so that he used very often these landscapes to set his paintings. Even if Milan became more and more the place in which Appiani worked, his friends and clients asked him artworks for their “villas” in Como and Lugano lakes.</p> Vittoria Orlandi Balzari Copyright (c) 2021 https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/artisti-laghi/article/view/1439 Wed, 06 Oct 2021 00:00:00 +0000 Una pinacoteca nel Liceo Patrio di Como https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/artisti-laghi/article/view/1440 <p>Il contributo, a partire da fonti documentarie d’archivio, si focalizza sulla vicenda, poi non concretizzatasi, relativa al progetto di allestimento di una pinacoteca presso il Liceo Patrio di Como, parte di una più ampia iniziativa di musealizzazione successiva alla fondazione della Pinacoteca di Brera (1809). Nell’edificio, già monastero agostiniano di Santa Cecilia, avrebbero dovuto essere raccolte opere provenienti da chiese e conventi comaschi, soppressi fra l’ultimo quarto del Settecento e i primi decenni dell’Ottocento. Un patrimonio considerevole che comprendeva diverse opere del Sei-Settecento.</p> <p>Starting from archival documentary sources, the essay focuses on the story, which then did not materialize, related to the exhibition design of a picture gallery in the Liceo Patrio of Como, part of a wider project of musealization following the foundation of the Pinacoteca di Brera (1809). In the building, formerly augustinian monastery of Santa Cecilia, should have collected artworks coming from Como’s churches and convents, suppressed between the last quarter of the Eighteenth and the first decades of the Nineteenth centuries. A considerable patrimony that included various works from the Seventeenth-Eighteenth century.</p> Eugenia Bianchi Copyright (c) 2021 https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/artisti-laghi/article/view/1440 Wed, 06 Oct 2021 00:00:00 +0000 Immagine e culto della Vergine nello Stato di Milano durante il Quindicesimo secolo https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/artisti-laghi/article/view/1441 <p>Nello Stato di Milano, il Quattrocento segna un vistoso rinnovamento dell’iconografia della Vergine, facendo spesso coesistere le devozioni all’Immacolata e all’Assunta anche grazie alle influenze prolungate del rapporto col mondo cristiano orientale, derivate dall’unità della Chiesa ristabilita nel 1439 dal concilio di Firenze. Dalla città ideale di Castiglione Olona (con i clamorosi soggetti di Masolino e Paolo Schiavo negli anni Trenta) si passa al modello, diffuso fino al Seicento, della Madonna Bianca di Casoretto, nuovo iconema dell’Immacolata, e alle Incoronazioni (Casatenovo, Certosa di Pavia, San Simpliciano di Milano) alternative alle Assunzioni/Dormizioni (Mirasole, Monza), per giungere alla ripresa, di primo Cinquecento, dell’iconema dell’Umiltà con Zenale. In parallelo, si snodano le vicende crociate di Pio II, le definizioni immacoliste di Sisto IV e dell’ambiente francescano, la teologia della grazia presso i benedettini di Santa Giustina, la ripresa di Giulio II, la rivoluzione protestante.</p> <p>In the Milanese State the XVth century marks a conspicuous renewal in the iconography of the Virgin, often making devotions to the Immaculate Conception and the Assumption coexist, also thanks to prolonged influences with the Eastern Christian world derived from the unity of the restored Church in 1439 by the council of Florence. From the ideal city of Castiglione Olona (with sensational subjects by Masolino and Paolo Schiavo painted in the 1430s) it moves to the pattern, widespread until the Seventeenth century, of the White Virgin of Casoretto, a new Immaculate iconography, and of the coronations (Casatenovo, charterhouse of Pavia, San Simpliciano in Milan) alternative to the Assumption/Dormition (Mirasole, Monza) to reach the revival of the early Sixteenth century of the iconography of the Virgin of Humility by Zenale. In parallel, the events unfold of the crusade promoted by Pius II, the immaculate definition by Sixtus IV and by the Franciscan environment, the theology of grace elaborated by the Benedictines of Santa Giustina, the resumption of the theme by Julius II, the Protestant revolution.</p> Andrea Spiriti Copyright (c) 2021 https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/artisti-laghi/article/view/1441 Wed, 06 Oct 2021 00:00:00 +0000