Scenari

Rivista semestrale di filosofia contemporanea

Call For Papers

Hegel, Nietzsche e il pensiero giapponese

A cura di A. Giacomelli

 

Nell’auspicio di poter contribuire da una nuova prospettiva alla riflessione estetica e interculturale, il presente volume di Scenari si propone di raccogliere una serie di contributi che approfondiscano la relazione stratificata e complessa tra orizzonti di pensiero europei e giapponesi a partire dalla riflessione di Hegel e Nietzsche. Nel contesto di questo dialogo tra visioni del mondo, i due filosofi tedeschi rappresentano in effetti i punti di riferimento essenziali per comprendere il processo di assimilazione della tradizione filosofica occidentale da parte del Giappone, ma anche per mettere in luce l’originale rielaborazione teorica di tale tradizione da parte della cultura nipponica, come dimostra, per esempio, l’eredità storica della Scuola di Kyōto. Riflettere, a partire da Hegel e Nietzsche, sugli elementi di affinità – diretti o indiretti – oppure sulle irriducibili discontinuità tra “mondo proprio” occidentale e “mondo altro” giapponese significa, in questa prospettiva, interrogarsi sulla possibilità stessa di una “traduzione” speculare di civiltà, di pratiche e di forme del sapere. Si tratta dunque di interrogare una “soglia” in quanto luogo peculiare che insieme congiunge e divide. Se Hegel dedicò ampio spazio nei propri corsi all’interpretazione delle civiltà dell’India, della Cina, e in termini generici al “mondo buddhista”, Nietzsche dimostrò una seppur vaga conoscenza del pensiero indiano, del brahmanesimo e del buddhismo e un flebile interesse per la Cina, mentre la conoscenza del Giappone da parte di entrambi i filosofi fu marginale o pressoché nulla. Benché personalmente ignoti a Hegel e a Nietzsche, diversi aspetti delle tradizionali forme di esperienza artistica e di pensiero giapponese legittimano una ricerca comparativa di nessi e consonanze così come di cesure e divergenze: i temi del nichilismo e del nulla buddhista, della soggettività e del non-sé, della creatività artistica e della spontaneità naturale, dell’incedere dialettico dello spirito e del processo psico-somatico della contemplazione, del tempo teleologico e dell’impermanenza, costituiscono alcuni dei possibili plessi da sondare. Come viene recepita, nel contesto del Giappone moderno, la tradizione cristiano-borghese di cui Hegel rappresenta forse l’ultimo erede e sistematizzatore? È possibile parlare, in ambito giapponese, di compimento della storia e di assolutezza dello spirito? Come viene interpretato, in relazione alla pratica zen, il dissolvimento delle mediazioni dialettiche da parte di Nietzsche e in che termini viene recepita la proposta estetica del filosofo nella convulsa epoca Meiji? Che tipo di relazione si attiva fra la tradizione giapponese, innervata da sincretismi buddhisti, confuciani, taoisti e shintoisti e lo Zeitgeist europeo del XIX secolo, della cui parabola Hegel e Nietzsche rappresentano gli estremi poli? Autori decisivi in ambito filosofico come Tanabe Hajime, Nishida Kitarō e Nishitani Keiji, ovvero interpreti altrettanto dirimenti in ambito letterario come Mori Ōgai, Natsume Sōseki e Mishima Yukio hanno tentato di attraversare questi interrogativi, che il presente volume intende rilanciare, problematizzare, rivivere.

La Call for Papers si rivolge a studiosi del campo nazionale e internazionale e accetta saggi redatti in italiano, in inglese, in francese e in tedesco.

I saggi raccolti saranno pubblicati nel numero 15 di Scenari in versione cartacea.

 

Le proposte devono essere inviate all’indirizzo alberto.giacomelli@unipd.it, e devono comprendere:

- titolo e abstract (max. 2500 battute);

- 5 parole chiave;

- breve scheda biografica del proponente;

- indirizzo email.

Deadline per l’invio delle proposte: 31 marzo 2021.

Notifica di accettazione: 5 aprile 2021.

Deadline per l’invio del saggio completo (di min. 40.000 battute e di max. 50.000 battute): 23 maggio 2021.

 

Hegel, Nietzsche, and Japanese Thought

Ed. by A. Giacomelli

 

In order to contribute to the fields of aesthetics and intercultural philosophy from a new viewpoint, this issue of Scenari aims at collecting several papers that investigate the stratified and complex relationship between the European and the Japanese perspectives, starting from the reflections of Hegel and Nietzsche. In this dialogue between worldviews, the two German philosophers are indeed essential reference points for understanding the process of assimilation of the Western philosophical tradition in Japan. In addition, this comparison also seems crucial to bring to light the original theoretical reworking of Western tradition by Japanese culture, as revealed, for example, by the historical heritage of the Kyōto School. Starting from Hegel and Nietzsche, to reflect on direct or indirect affinities, rather than on a irreducible discontinuity between the West world and the Japan world, means to question the very possibility of a symmetrical “translation” of civilisations, practices and forms of knowledge. It is therefore about inquiring a “threshold” as a peculiar place that at the same time connects and divides. While Hegel devoted ample space in his courses to the interpretation of the civilisations of India and China, and in general terms to the “Buddhist world”, Nietzsche only showed a vague knowledge of Indian thought, Brahmanism and Buddhism, as well as a feeble interest in China. The knowledge of Japan of both philosophers was marginal or almost zero. Although personally unknown to Hegel and Nietzsche, various aspects of traditional forms of Japanese artistic experience and thought legitimise comparative research based on links and consonances or on caesuras and divergences. The topics of nihilism and Buddhist nothingness, subjectivity and non-self, artistic creativity and natural spontaneity, as well as the themes of the dialectical development of the spirit and the psychosomatic process of contemplation, teleological time and impermanence, constitute some of the possible lines of research. How is the Christian-bourgeois tradition, of which Hegel is perhaps the last heir and systematiser, perceived in the context of modern Japan? Is it possible to speak, in the Japanese context, of the “fulfilment of history” and of the “absoluteness of the spirit”? And how, in the context of Zen practice, can Nietzsche’s dissolution of dialectical mediations be interpreted and in what terms is the latter philosopher’s aesthetic thought assimilated in the tumultuous Meiji era? What kind of relationship is there between the Japanese tradition, permeated by Buddhist, Confucian, Taoist and Shinto syncretism, and the European Zeitgeist of the 19th century, whose parable Hegel and Nietzsche represent the polar extremes? Influential authors in the philosophical field such as Tanabe Hajime, Nishida Kitarō and Nishitani Keiji, or equally important interpreters in the literary field such as Mori Ōgai, Natsume Sōseki and Mishima Yukio have tried to go through these questions, which this issue aims to investigate, problematise and reactualise.

 

Proposals should be sent to alberto.giacomelli@unipd.it, and need to include:

- title and abstract (max 500 words);

- 5 keywords;

- brief bio;

- email address.

 

Deadline for submitting proposals: March 31st 2021.

Notification of acceptance: April 5th 2021.

Deadline for submitting full article (min. 40.000, max 50.000 characters): May 23rd 2021.

 

 

 

 

Fenomenologia del digitale

A cura di F. Ferro

Nel corso del XX secolo, la fenomenologia si è occupata ampiamente del problema della percezione. Non ci si riferisce qui soltanto alla declinazione husserliana di questa corrente, che ha conosciuto nuovi sviluppi con Sartre, Henry e Merleau-Ponty, in particolare con la Fenomenologia della percezione (1945) di quest’ultimo. Si considerano rilevanti anche l’interpretazione fenomenologico-percettiva della psicologia della Gestalt di scuola tedesca, belga e italiana, le sue declinazioni apertamente estetiche (si pensi ad Arnheim) e i tentativi di dialogo tra la fenomenologia e le neuroscienze, di cui un esempio emblematico è costituito da La mente fenomenologica di Gallagher e Zahavi (2008).

Uno dei problemi che si pongono con più urgenza in fenomenologia riguarda l’interazione tra la percezione, che avviene solitamente nel mondo della vita, e gli ambienti digitali in cui l’uomo si trova immerso. Cambiano sia gli oggetti, sia ciò che permette la loro esistenza e interazione. Oltre a ciò, esistono degli oggetti digitali che non si limitano a essere percepiti, ma che interagiscono con altri oggetti, gli smart objects. La fenomenologia della percezione si trova, quindi, a occuparsi di intelligenza artificiale e di internet of things, dell’oggetto digitale non come isolato, ma come inserito in una rete di relazioni. Questo rimodula le possibilità espressive dell’umano, compresi gli ambiti artistici e architettonici. Oltre a ciò, può sorgere un ulteriore problema, ovvero la possibilità di integrazione tra corpo umano e parti digitali: si affaccia così l’eventualità di un’ibridazione, rinviante alla questione del post-umano.

Si invitano gli studiosi a presentare contributi riguardanti la fenomenologia in relazione al problema del digitale. Ciò include sia chi si occupa della tradizione fenomenologica nelle sue varie declinazioni, sia chi proviene da altre prospettive e si pone in maniera critica nei confronti di questo approccio.

 

Le proposte devono essere inviate all’indirizzo floriana.ferro@uniud.it e devono riportare:

– saggio (min. 30.000 battute, max 40.000 battute):

– titolo e abstract (max. 2500 battute);

– 5 parole chiave;

– breve scheda biografica del proponente;

– indirizzo e-mail.

Il fascicolo ammetterà contributi in italiano, inglese e francese.

Deadline per l’invio delle proposte: 15 aprile 2021

Notifica di accettazione: 2 maggio 2021

Deadline per l’invio del saggio (min. 30.000 battute, max 40.000 battute): 15 luglio 2021

 

Phenomenology of the digital

Edited by F. Ferro

During the XX century, phenomenology has widely dealt with the problem of perception. It is not only referring to the Husserlian version of this current of thought, which experienced new developments with Sartre, Henry, and Merleau-Ponty, in particular with his Phenomenology of perception (1945). Equal importance should be attached to the phenomenological and perceptive interpretation offered by the Gestalt psychology of the German, Belgian, and Italian schools, its openly aesthetical declinations (consider Arnheim, for example), and the attempts at dialogue between phenomenology and neurosciences, such as The Phenomenological Mind by Gallagher and Zahavi (2008).

One of the problems that arise most urgently in phenomenology concerns the interaction between perception, which usually takes place in the world of life, and the digital environments where humans find themselves immersed. This change regards both objects and what allows their existence and interaction. Moreover, there are digital objects which are not limited to being perceived, but also interact with other objects: smart objects. Phenomenology of perception is therefore concerned with artificial intelligence and internet of things, with the digital object as non-isolated, but as inserted in a network of relationships. This reshapes the expressive possibilities of humans, including artistic and architectural environments. In addition to this, a further problem may arise, that is the eventual integration between human body and digital parts: it opens the possibility of a hybridization, referring to the post-human question.

Scholars are invited to submit contributions regarding phenomenology in relation to the digital problem. This includes both those who deal with the phenomenological tradition in its various forms, and those who come from other perspectives and are critical of this approach.

 

Proposals should be sent to floriana.ferro@uniud.it and need to include:

– article (min. 30.000, max 40.000 characters);

– title and abstract (max 500 words);

– 5 keywords;

– brief biography;

– email address.

Proposals may be submitted in Italian, English, and French.

Deadline for submitting proposals: 15th April 2021

Notification of acceptance: 2nd May 2021

Deadline for submitting full article (min. 30.000, max 40.000 characters): 15th July 2021

 

 

 

 

Wittgenstein e la cultura austriaca

A cura di Silvia Capodivacca

 

Il 2021 è un anno importante per gli studiosi di Wittgenstein: ricorre infatti il centesimo anniversario della pubblicazione del Tractatus, nonché i 70 anni dalla morte del filosofo. La sua opera, la sua vicenda biografica, la sua caleidoscopica personalità entrano profondamente in risonanza con la cultura austriaca che, proprio nel periodo di vita dell’autore, ha tracciato alcune tra le più significative linee culturali della contemporaneità. Il convegno si propone di intercettare e fornire un senso alle convergenze tra Wittgenstein e l’Austria dell’«apocalypse joyeuse», un Paese che, più di ogni altro in Europa, a cavallo tra il XIX e il XX secolo è stato ricettore e promotore delle più disparate avanguardie in moltissimi campi del sapere – dalla letteratura alla fisica, dalla psicologia alla musica, dalle arti visive al teatro, dall’architettura alla filosofia. Wittgenstein è senza dubbio da annoverare tra i pochi che non soltanto hanno compreso a fondo, ma che hanno saputo prendere voce in questa felice Babele di saperi, promuovendone lo sviluppo poliedrico.

 

Le proposte devono essere inviate all’indirizzo silvia.capodivacca@uniud.it e devono riportare:

  • titolo e abstract (max. 2500 battute);
  • 5 parole chiave;
  • breve scheda biografica del proponente;
  • indirizzo email.

 

Il fascicolo ammetterà contributi in italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo, portoghese.

Deadline per l’invio delle proposte: 15 aprile 2021

Notifica di accettazione: 2 maggio 2021

Deadline per l’invio del saggio (min. 30.000 battute, max 40.000 battute): 15 luglio 2021

 

Wittgenstein and Austrian culture

Edited by Silvia Capodivacca

 

2021 is an important year for Wittgenstein’s scholars: in fact, it marks the hundredth anniversary of the publication of the Tractatus, as well as the 70th anniversary of the philosopher’s death. His work, his biography, his kaleidoscopic personality deeply resonates with Austrian culture which, precisely in the period of the author’s life, has outlined some of the most significant cultural features of our time. The conference aims at intercepting and making sense of the convergence between Wittgenstein and Viennoise “apocalypse joyeuse.” Austria is a country that, more than any other in Europe, at the turn of the nineteenth and twentieth centuries promoted the most disparate avant-gardes in many fields of knowledge—from literature to physics, from psychology to music, from visual arts to theater, from architecture to philosophy. Wittgenstein is undoubtedly to be counted among the few who not only have fully understood, but who have been able to take a voice in this happy Babel of knowledge, promoting its multifaceted development.

 

Proposals should be sent to silvia.capodivacca@uniud.it and need to include:

  • title and abstract (max 500 words);
  • 5 keywords;
  • brief bio;
  • email address.

Proposals may be submitted in Italian, English, French, German, Spanish, and Portuguese.

Deadline for submitting proposals: 15th April 2021

Notification of acceptance: 2nd May 2021

Deadline for submitting full article (min. 30.000, max 40.000 characters): 15th July 2021